domenica 4 luglio 2010

La palla è rotonda 2 - la vendetta

Dopo l'Italia (ma anche prima) più blasonate squadre hanno dovuto lasciare il mondiale. Se ne sono andate tutte le sudamericane, Brasile, Argentina, Paraguay, tranne la nazionale uruguagia che però ha avuto molta, moltissima fortuna. Comunque, su 4 squadre rimaste, 3 sono europee. Si dirà che il calcio europeo è superiore a quello sudamericano. Affermazioni di questo tipo sono molto facili col senno di poi. Nessuno l'avrebbe detto prima. E del resto una competizione serve proprio per questo, misurare le forze in campo (e la fortuna, o le incapacità degli arbitri cose che molte volte corrispondono). Ad ogni buon conto, da Ghana - Uruguay si possono imparare alcune cose che possono sembrare scontate ma non sempre lo sono: dal punto di vista di chi lo subisce un rigore è meglio di un gol. In qualsiasi condizione, ma soprattutto al 122° minuto, quando il gol avrebbe potuto significare perdere tutto e un rigore affidarsi alle scarse probabilità che non venga trasformato in gol. Ebbene: una probabilità seppur scarsa di salvarsi è meglio della certezza di perdere tutto. E così un attaccante si improvvisa estremo difensore, blocca una palla sulla linea di porta con un braccio,  commette uno dei falli più plateali che si possa fare nel calcio, e si becca contemporanemeante espulsione e rigore contro. Ma non il gol.  Manca poco, si dirà. Tanto è probabile che un rigore diventi gol che uno dei verbi usati in italiano è trasformare, cambiare forma a un qualcosa che nell'essenza rimane lo stesso. Un rigore ed un gol sono la stessa cosa.
Quasi.
Ma la trasformazione non avviene. Avviene invece il miracolo, per i tifosi uruguagi in religioso silenzio. Il legno (sono ancora di legno le porte?), poi santo, della traversa, impedisce al pallone di entrare in rete (oppure il calciatore sbaglia la mira, dipende dal punto di vista). Il rigore non è gol. Come volevasi dimostrare.
Al 122° minuto, l'attaccante non ha pensato a troppe cose, ha parato con un braccio e si è beccato il rigore e l'espulsione. Non è possibile sapere se ha pensato che erano finiti i tempi supplementari, se ha ragionato sul fatto che un rigore è meglio di un gol. Probabilmente non ha pensato a nulla ha solo istintivamente e disperatamente allungato il braccio senza pensare ma ha salvato la sua squadra.
Contro tutte le probabilità.

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