mercoledì 22 agosto 2012

La crisi è finita, secondo le agenzie di rating, secondo me no.

La notizia è questa. Le agenzie di rating americane hanno dato un giudizio positivo all'Italia e all'Europa in generale, affermando che le possibilità di uscita dalla crisi sono aumentate per il 2013 e bla bla bla.
Balle.
La notizia è che la campagna elettorale americana entra nel vivo e anche le agenzie fanno la loro parte, descrivendo un mondo migliore nel 2013 se verrà eletto un presidente anziché un altro.
Il mio contatore segna -25 giorni alla fine della crisi. Sarebbe bello se fosse vero, siamo tutti d'accordo con il fatto che è ottimismo allo stato puro ingiustificato e del tutto velleitario. In realtà il contatore è lì dall'apertura di questo blog, ovvero dall'inizio del 2010 ed era puntato sul 15/09/2012 ovvero sui 48 mesi dopo il fallimento Lehman Brothers,15/09/2008, appunto, da molti considerato la dichiarazione di apertura ufficiale della crisi, che in realtà si stava già manifestando da molti mesi, almeno 15-18.
Comunque, considerato che nessun modello economico era sufficientemente predittivo, sulla scorta di quanto letto nel Cigno Nero, e di molte idee che mi sono fatto in un quarto di secolo di teoria e pratica economica,  già da fine 2008 sparai la boutade che la crisi sarebbe durata almeno 4 anni. E infatti era una boutade, nonostante molti sostenessero il contrario (vedi qui), la crisi non è durata 4 anni, ma dà l'impressione di non essere finita. La crisi non è finita, come dice Roubini, anche se Roubini non è d'accordo con il nostro Taleb, ha ragione sul fatto che finita non è.
Quanto durerà ancora?
Altri 4 anni?
Forse.
Lascerò scadere il contatore e poi deciderò, sparando una nuovo numero, 3, 4 anni, 18 mesi? Boh... vediamo. Ogni modello mio, personale, informale, non-modello, è comunque migliore di quelli macroeconomici, non tanto per l'impegno, o lo studio o la conoscenza scientifica accademicamente riconosciuta, quanto per i risultati.
Io ci vado vicino, i modelli no. Il mio è un ragionamento sicuramente più rozzo, meno sofisticato, meno euclideamente deduttivo. Avrà pure degli apparenti salti logici, delle ragioni che non riesco a spiegare.
Io non ci riesco ma Pascal, nei suoi Pensieri, sì:
144. Noi conosciamo la Verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. In quest'ultimo modo conosciamo i princípi primi; e invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnare la certezza. I pirroniani, che non mirano ad altro, vi si adoperano inutilmente. Noi, pur essendo incapaci di darne giustificazione razionale, sappiamo di non sognare; e quell'incapacità serve solo a dimostrare la debolezza della nostra ragione, e non come essi pretendono, l'incertezza di tutte le nostre conoscenze.