mercoledì 14 luglio 2010

La palla è rotonda 3 - meglio i polpi degli economisti?

C.V.D.: l'ottima Germania vista contro l'Argentina si è spenta contro la Spagna e ha giocato la finalina, anziché la finale auspicata,  in  una bellissima partita (forse la migliore dei mondiali) contro l'Uruguay. Il mondiale alla fine è andato alla Spagna, tra, come al solito, mille commenti su come hanno giocato i vari campioni in campo, come avrebbero dovuto giocare e come sarebbero andate le cose se l'arbitro avesse concesso questo e quello e espulso taluno o talaltro. Insomma tutte cose da riempire giornali, televisioni e menti semplici: la solita telenovela per maschietti (e femminuccie che vogliono emulare i maschietti) su previsioni attese, disattese, e così via.
Resta la domanda: ha vinto il migliore? Secondo i giornali tedeschi ed olandesi no. Del resto chi perde trova sempre mille giustificazioni.
La domanda non troverà mai una risposta se non ci si mette d'accordo sulla definizione di migliore. Chi è il migliore? Quali sono gli attributi che fanno diventare una squadra la migliore? La risposta non c'è. Se ci fosse non ci sarebbero le competizioni ma ci sarebbero solo polpi (o giornalisti, o altri commentatori) che deciderebbero a priori chi è il migliore. Che triste sarebbe la vita. Sapere tutto in anticipo, non avere imprevisti...
In realtà invece la risposta c'è. Ed è proprio la competizione: migliore è chi vince. Il detto vinca il migliore rappresenta il lato b di questa medaglia: ci si aspetta che il migliore vinca ma non si ha un criterio a priori per cui chi vince è il migliore.  Le competizioni servono proprio a questo: a definire  il migliore. Non  a premiare il supposto migliore sulla base di teorie del tutto personali e poco verificabili. In una cosa complessa e non deterministica come una partita di calcio (vedi titolo del post) l'unico verdetto può venire dal confronto. L'unico a decidere chi è il migliore è il campo. Tutto il resto è noia....
ps
resta il fatto che il polpo ha indovinato tutto: che si chiami Roubini?

domenica 4 luglio 2010

Il cigno nero dei mondiali in TV

Guardando Ghana-Uruguay, scocciatomi della telecronaca fastidiosa della RAI, ho fatto zapping sul satellite finché ho trovato la ZDF (Zweites Deutsches Fernsehen, il secondo canale tedesco) e lì mi sono fermato a vedere tutta la partita. Gratis, con la partita, viene anche la pubblicità e mi sono reso conto che 9 spot su 10 richiamavano direttamente o indirettamente il calcio. Anche se ad essere pubblicizzato non era un marchio sportivo o un paio di scarpe da ginnastica, il taglio degli spot era marcatamente collegato al tema "calcio". Poi, non contento di Ghana-Uruguay ho guardato anche Germania-Argentina e Spagna-Paraguay e, ovviamente, la stessa cosa si è ripetuta. Ho fatto anche un po' di zapping sul primo canale italiano, RaiUno, e così non era, a causa della prematura uscita della nostra nazionale. Ma sono sicuro che gli spot "calciofili" erano già pronti. Gli uffici comunicazione delle imprese che volevano comunicare durante le partite li hanno sicuramente commissionati, ma forse non era, dopo la triste uscita dell'Italia, opportuno mandarli in onda. Non solo, li avessero mandati in onda, avrebbero avuto n-1 contatti. Il bello di avere il satellite, è di poter cambiare canale. Certo avrei potuto anche azzittire gli antipatici commentatori della partita su RaiUno, ma  un commento in sottofondo va sempre bene. Magari in tedesco, magari incomprensibile (ho capito solo i nomi, ma in una telecronaca i nomi sono le cose che contano, tutto il resto, soprattutto se detto da cronisti esagitati dà solo fastidio). Il cigno nero, per gli inserzionisti, dei mondiali TV si chiama Italia a casa e satellite. Per quanto mi riguarda i soldi spesi in comunicazione sulla Rai dalle imprese inserzioniste sono soldi buttati. E comunque gli spot tedeschi sono, nella maggioranza dei casi, più belli di quelli italiani. Forse oltre alla nazionale di calcio che i tedeschi abbiano anche delle migliori agenzie di comunicazione?
Non lo so. So solo che con ogni probabilità (cigni neri a parte) la Germania andrà in finale e che me la guarderò sulla ZDF.

La palla è rotonda 2 - la vendetta

Dopo l'Italia (ma anche prima) più blasonate squadre hanno dovuto lasciare il mondiale. Se ne sono andate tutte le sudamericane, Brasile, Argentina, Paraguay, tranne la nazionale uruguagia che però ha avuto molta, moltissima fortuna. Comunque, su 4 squadre rimaste, 3 sono europee. Si dirà che il calcio europeo è superiore a quello sudamericano. Affermazioni di questo tipo sono molto facili col senno di poi. Nessuno l'avrebbe detto prima. E del resto una competizione serve proprio per questo, misurare le forze in campo (e la fortuna, o le incapacità degli arbitri cose che molte volte corrispondono). Ad ogni buon conto, da Ghana - Uruguay si possono imparare alcune cose che possono sembrare scontate ma non sempre lo sono: dal punto di vista di chi lo subisce un rigore è meglio di un gol. In qualsiasi condizione, ma soprattutto al 122° minuto, quando il gol avrebbe potuto significare perdere tutto e un rigore affidarsi alle scarse probabilità che non venga trasformato in gol. Ebbene: una probabilità seppur scarsa di salvarsi è meglio della certezza di perdere tutto. E così un attaccante si improvvisa estremo difensore, blocca una palla sulla linea di porta con un braccio,  commette uno dei falli più plateali che si possa fare nel calcio, e si becca contemporanemeante espulsione e rigore contro. Ma non il gol.  Manca poco, si dirà. Tanto è probabile che un rigore diventi gol che uno dei verbi usati in italiano è trasformare, cambiare forma a un qualcosa che nell'essenza rimane lo stesso. Un rigore ed un gol sono la stessa cosa.
Quasi.
Ma la trasformazione non avviene. Avviene invece il miracolo, per i tifosi uruguagi in religioso silenzio. Il legno (sono ancora di legno le porte?), poi santo, della traversa, impedisce al pallone di entrare in rete (oppure il calciatore sbaglia la mira, dipende dal punto di vista). Il rigore non è gol. Come volevasi dimostrare.
Al 122° minuto, l'attaccante non ha pensato a troppe cose, ha parato con un braccio e si è beccato il rigore e l'espulsione. Non è possibile sapere se ha pensato che erano finiti i tempi supplementari, se ha ragionato sul fatto che un rigore è meglio di un gol. Probabilmente non ha pensato a nulla ha solo istintivamente e disperatamente allungato il braccio senza pensare ma ha salvato la sua squadra.
Contro tutte le probabilità.