giovedì 11 agosto 2011

La necessità dell'improbabile

Archiviare, classificare, gettare, fare ordine: sono  attività che spesso faccio in agosto, durante le ferie. La mia scrivania, come il resto dell'universo, accumula disordine in modo naturale nel corso del tempo (è la legge dell'entropia) e ordinare, considerandola un'attività a basso valore aggiunto, mi viene naturale farlo quando ho più tempo libero, quando sono in ferie.
Tant'è, che circa 7-8 centimetri sotto la prima pila di carte che ho deciso di attaccare, ho trovato il n. 137 di "nòva" , inserto de Il Sole - 24 Ore, il cui titolo di copertina è uguale a quello di questo post.
Il ritrovamento mi dà la possibilità di tornare alle origini di questo blog, e alla stretta attualità economico-finanziaria. In questi giorni sono girate parole grosse come default, declassamento, crisi epocale, etc. riferite non solo all'Italia, alla Grecia e ai soliti PIIGS che dir si voglia, ma addirittura agli Stati Uniti e poi alla Francia con conseguente crollo verticale delle borse e marasma politico più completo. Abbiamo sentito ministri e governanti cercare di rassicurare, inutilmente, i mercati con promesse, parole, vertici, tavole, summit, etc.  
Qual era il contenuto di "nòva"? Quale interesse mi ha spinto a tenere il numero di giovedì 28 agosto 2008?
Storia di copertina e tre pagine intere dedicate all'imprevedibile, al cigno nero, con tanto di recensione del libro di Taleb da parte di Guido Romeo.
La storia vera ci dirà che il 15 settembre, due settimane e mezzo dopo, oltre a portarci via Richard Wright (perdita ben più grave ed irrimediabile) ci porterà via, a ragione, la banca americana Lehman Brothers, dando il la alla crisi finanziaria poi diventata economica che ancora non abbiamo superato e che era in preparazione già da qualche tempo, come Taleb rilevava nel libro recensito.
Questa la storia.
Credo che conserverò quel numero di  "nòva" che mi era piaciuto così tanto, così come mi era piaciuta la foto di copertina, uno scimpanzè che guardava in camera con aria pensierosa. La citazione a corredo, del sempre verde Charles Darwin, recitava
Non è la più forte delle specie che sopravvive. E neppure la più intelligente.
Sopravvive la specie che si adatta meglio al cambiamento.
Forti ed intelligenti siete avvertiti.