sabato 15 settembre 2012

Quattro anni

Il contatore è a zero, almeno per oggi, 15 settembre. Quattro anni dopo il crack di Lehman Brothers l'economia è ancora in difficoltà, la crisi non se n'è andata. Al capezzale del capitalismo si sono avvicendati molti medici, molti ne hanno decretato la morte, molti hanno sostenuto che sono le cure a peggiorare il paziente, motli hanno provato e si sono agitati ma non hanno concluso nulla. In 48 mesi non ci sono state svolte, ma crisi, crisette, recuperi lenti. Fatto sta che in Italia la FIAT ha deciso di chiudere per colpa dei consumatori che non comprano. O almeno così sembra.  Forse la crisi è, allora, veramente finita o si sta concludendo. Si perderanno sicuramente dei posti di lavoro ma se gli Agnelli e Marchionne se ne andranno dall'Italia forse staremo meglio. Non più un'economia ancora legata al vecchio, all'auto, al ricatto degli incentivi statali. Non più salvatori della patria, che, nei momenti di difficoltà se ne vanno. Diventano internazionali ed abbandonano la nave che affonda. Senza di loro saremo più leggeri e forse non affonderemo più. Forse è meglio considerarsi europei, considerare la Mercedes, la Audi, la Citroen, la Renault come delle marche nazionali e non straniere. Considerare i tedeschi, i francesi, gli spagnoli, i greci nostri connazionali e abbandonare il finto patriottismo che ci porta dire il made in Italy è migliore. Le scarpe forse. Non le auto. In casa mia ci sono tre motori a scoppio. L'unico italiano è un bicilindrico a V e muove un veicolo a due ruote. Quando ho voluto comperare una station wagon, 15 anni fa la fiat mi offriva la Marea.  Ho comprato una Volvo. Nei prossimi giorni, forse comprerò una Citroen. Le Fiat (a parte qualche ALFA) sono effettivamente inferiori alle altre auto. E i concessionari non brillano in proattività e gentilezza. Marchionne, chiudi e vattene. Per i poveri lavoratori che hanno avuto la sfortuna di essere sul tuo libro paga troveremo una soluzione. Tu ed Elkann andatevene e rimanete là. Grazie. L'Italia starà meglio.

mercoledì 22 agosto 2012

La crisi è finita, secondo le agenzie di rating, secondo me no.

La notizia è questa. Le agenzie di rating americane hanno dato un giudizio positivo all'Italia e all'Europa in generale, affermando che le possibilità di uscita dalla crisi sono aumentate per il 2013 e bla bla bla.
Balle.
La notizia è che la campagna elettorale americana entra nel vivo e anche le agenzie fanno la loro parte, descrivendo un mondo migliore nel 2013 se verrà eletto un presidente anziché un altro.
Il mio contatore segna -25 giorni alla fine della crisi. Sarebbe bello se fosse vero, siamo tutti d'accordo con il fatto che è ottimismo allo stato puro ingiustificato e del tutto velleitario. In realtà il contatore è lì dall'apertura di questo blog, ovvero dall'inizio del 2010 ed era puntato sul 15/09/2012 ovvero sui 48 mesi dopo il fallimento Lehman Brothers,15/09/2008, appunto, da molti considerato la dichiarazione di apertura ufficiale della crisi, che in realtà si stava già manifestando da molti mesi, almeno 15-18.
Comunque, considerato che nessun modello economico era sufficientemente predittivo, sulla scorta di quanto letto nel Cigno Nero, e di molte idee che mi sono fatto in un quarto di secolo di teoria e pratica economica,  già da fine 2008 sparai la boutade che la crisi sarebbe durata almeno 4 anni. E infatti era una boutade, nonostante molti sostenessero il contrario (vedi qui), la crisi non è durata 4 anni, ma dà l'impressione di non essere finita. La crisi non è finita, come dice Roubini, anche se Roubini non è d'accordo con il nostro Taleb, ha ragione sul fatto che finita non è.
Quanto durerà ancora?
Altri 4 anni?
Forse.
Lascerò scadere il contatore e poi deciderò, sparando una nuovo numero, 3, 4 anni, 18 mesi? Boh... vediamo. Ogni modello mio, personale, informale, non-modello, è comunque migliore di quelli macroeconomici, non tanto per l'impegno, o lo studio o la conoscenza scientifica accademicamente riconosciuta, quanto per i risultati.
Io ci vado vicino, i modelli no. Il mio è un ragionamento sicuramente più rozzo, meno sofisticato, meno euclideamente deduttivo. Avrà pure degli apparenti salti logici, delle ragioni che non riesco a spiegare.
Io non ci riesco ma Pascal, nei suoi Pensieri, sì:
144. Noi conosciamo la Verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. In quest'ultimo modo conosciamo i princípi primi; e invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnare la certezza. I pirroniani, che non mirano ad altro, vi si adoperano inutilmente. Noi, pur essendo incapaci di darne giustificazione razionale, sappiamo di non sognare; e quell'incapacità serve solo a dimostrare la debolezza della nostra ragione, e non come essi pretendono, l'incertezza di tutte le nostre conoscenze.