domenica 27 giugno 2010

La palla è rotonda

Di solito si dice così per sottolineare che nel calcio tutto può succedere. Nessuno però pensava che l'italica squadra di calcio se ne tornasse così presto dal Sudafrica con le pive nel sacco. Eppure la palla è rotonda, lo sanno tutti. Ma non ci si vuole credere, l'Italia del calcio ha ben altre tradizioni che non quella di tornare così presto a casa. E' un cigno nero? Sì e no. Sì, per tutti quelli che proprio non vedevano o non volevano vedere che la squadra faceva schifo, per mancanza di tecnica, di uomini, di fortuna, di preparazione, insomma di tutto. No per chi queste cose le vedeva. Il cigno diventa nero quando la stragrande maggioranza è cieca all'evidenza dei fatti o non vuole ammettere che qualcosa può andare male con una probabilità che è molto più alta di quella sottostimata. Ancora una volta la storia (l'induzione) e la sopravvalutazione delle proprie capacità (vale anche per i tifosi in una sorta di transfert collettivo) porta all'arroganza epistemica. Si pretende di sapere. E la prova dei fatti invece  dimostra il contrario. Successivamente, con il senno di poi, tutto acquista un senso, per cui l'allenatore si assume tutte le colpe che fino a 90 minuti primi non erano colpe ma scelte avvedute. Dopo, comunque, tutto assume un senso. Solo dopo, purtroppo. E così Roubini, il mago dell'economia che tutto aveva previsto fin dal 2006 si spinge a dire che non ci sono cigni neri, senza aver capito che non basta che uno abbia previsto il disastro per evitarlo. Bisogna che molti lo prevedano ma che soprattutto ne tengano conto nelle decisioni che contano. Se lui, bravo economista, si è acquistato una credibilità è perché prima che la crisi deflagrasse l'aveva detto. Ma nessuno l'ascoltava per cui le sue previsioni erano parole al vento. Così come tra i 60 milioni c.a di commissari tecnici italiani qualcuno aveva qualcosa da ridire sulla nazionale. Sì, va beh, ma non basta.

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