mercoledì 21 aprile 2010

Un cigno nero impronunciabile

Il vulcano Eyjafjöll ha messo a piedi mezzo mondo, nell'ultima settimana. Nessuno l'aveva previsto. Gli eventi geologici sono difficilmente prevedibili. Anzi no. Sono facilmente prevedibili. Un vulcano prima o poi erutterà. Una zona sismica prima o poi sarà interessata da un terremoto. La previsione è facile. Quello che è difficile è prevedere quando questo avverrà. In realtà anche il quando non è così difficile da prevedere. Anzi, per i geologi, è abbastanza facile. Come mai allora tanto disagio? L'imprevedibilità, per noi umani, nasce dalla differenza tra la scala temporale geologica in rapporto alla scala temporale umana. Noi siamo abitutati a ragionare in termini di anni, mesi, giorni, ore, minuti. Gaia non ha questi tempi. E' una signora di mezz'età che ha circa 4,6 miliardi di anni e che forse camperà altri 4-5 miliardi. Non è difficile prevedere su questa scala se un vulcano erutterà o se ci sarà un terremoto. E' impossibile prevederne l'ora, almeno con i mezzi che abbiamo ora. Sarà sempre così? Non si sa. L'unica cosa certa è che gli eventi geologici possono essere disastrosi  o possono avere conseguenze molto ampie, come nel caso dell'impronunciabile vulcano islandese (più per la pigrizia dei giornalisti che per conclamata impronunciabilità del nome del vulcano, in Islanda qualcuno lo chiamerà con il proprio nome visto che ne hanno tanti di vulcani, o si scambiano un post-it con il nome scritto?). Sta di fatto che milioni di persone sono rimaste a piedi e le compagnie aeree ci hanno rimesso centinaia di milioni di euro.
Ancora una volta la natura ci dimostra quanto piccoli siamo e quanto poco conosciamo.
Arroganza epistemica  sei avvertita.

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