lunedì 16 agosto 2010

Il cigno bianco, il cigno nero

Ho appena finito di leggere l'ultimo libro di Roubini. E' complessivamente chiaro e lineare, comprensibile ai più, con qualche divagazione tecnica che potrebbe anche stancare, ma che non è indispensabile per la comprensione dell'insieme.
Per oltre 200 pagine analizza nei minimi particolari le premesse e le connessioni logiche che hanno permesso e causato gli eventi degli ultimi 3 anni, per poi procedere con le proposte di politica economica atte ad evitare che ciò che è successo si ripeta e poi chiudere con la prevedibile evoluzione prossima ventura.
A parte qualche svista (la Turchia è nella NATO da oltre 50 anni e non è candidata a diventarne parte, come sostenuto a p. 340) il nostro prende anche qualche clamoroso granchio.
Sostiene che le crisi sono "cigni bianchi", ovvero eventi prevedibili, in contrapposizione alla teoria di Nassim Nicholas Taleb formulata nell'ormai celeberrimo Cigno Nero, pubblicato nel lontano 2007 (come sembrano lontani i tempi pre - Lehman Bros). In realtà egli dimostra di non aver letto Taleb. In effetti Roubini stesso è stato vittima di quello che Taleb chiama cecità ai cigni neri, quando, inascoltato, nel 2006, disse a chiare lettere, dal podio del Fondo Monetario Internazionale che la crisi era imminente, guadagnandosi l'appellativo di doctor Doom (dottor sfiga, per essere chiari), ma non riuscendo ad influire minimamente sulle politiche che, forse, era ancora possibile mettere in atto per limitare gli effetti dell'immininente crisi. Non basta che uno o due o pochi economisti abbiano visto bene per evitare la crisi: occorre farsi ascoltare e mettere in atto dei rimedi. Ciò che soggettivamente è un Cigno Bianco, può essere oggettivamente un Cigno Nero. Del resto Taleb lo spiega benissimo qui, che da ben 12 anni lo stava dicendo che ci si stava prendendo rischi eccessivi: "To me a banking crisis --worse than what we have ever seen -- was unavoidable and NOT A BLACK SWAN, just as a drunk and incompetent pilot would eventually crash the plane. And I kept receiving insults for 12 years!"  [Per me una crisi bancaria - la peggiore mai vista - era inevitabile e NON UN CIGNO NERO, così come un pilota incompetente ed ubriaco alla fine avrebbe schiantato l'aereo. Ed ho continuato a ricevere insulti per 12 anni!"] Evidentemente Roubini ignora queste posizioni di Taleb.
Comunque è un libro che merita di essere letto, assieme a molti altri che hanno parlato di crisi, ma Roubini non riesce a scrivere una teoria delle crisi, come preteso in introduzione, p. 15:
"La modesta ambizione di questo libro è rispondere a tali domande[riassumibili in come evitare crisi future] ponendo la crisi recente nel contesto di altre verificatesi in epoche passate in ogni parte del mondo. Dopo tutto l'esperienza degli ultimi anni corrisponde ad uno schema noto e antico di secoli. Le crisi seguono traiettorie sistematiche, producendo risultati prevedibili; sono molto più frequenti e comprensibili di quanto l'opinione dominante non indurrebbe a credere. Nelle pagine che seguono ci muoveremo tra passato e presente per rivelare come le precedenti domande siano state già fatte e abbiano ricevuto risposta in seguito alle crisi precedenti.
Lungo il cammino spiegheremo alcuni concetti economici che generano timore e spesso vengono fraintesi:
rischio morale, leva finanziaria, corsa agli sportelli, arbitraggio prudenziale, disavanzo di conto corrente, cartolarizzazione, deflazione, derivati di credito e trappola della liquidità, per citarne alcuni."
E' un libro importante per capire l'economia contemporanea ma per scrivere una teoria soddisfacente delle crisi ce ne vuole ancora.

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